
L’euroimmigrazionismo - servizio redazionale
«La maggior parte di quanti hanno accolto uomini d'altra razza, sono caduti in preda alle fazioni» (Aristotele.)
Lo Stato spende 40 euro al giorno per gli immigrati sotto protezione eurounionista. I governi degli ultimi tre anni li hanno concentrati in campi che l’eufemistica lingua d’ispirazione europea definisce centri d’accoglienza; oppure ammassati nei quartieri delle grandi città, già degradati, dove per molti Italiani quei 40 eurini giornalieri, come salario o pensione, sono un sogno. Infatti, ai sette milioni di Italiani pensionati minimi lo Stato elargisce 500 euro al mese – e anche meno -, cioè la metà che a un profugo straniero. I veri profughi sono dunque i milioni di connazionali diseredati, pensionati minimi, disoccupati, o salariati sotto gli 800 euri, ai quali converrebbe rinunciare alla cittadinanza e presentarsi chiedendo “asilo”, per ottenere quel trattamento che l’Unione europea considera minimo per la vita dignitosa degli stranieri presunti bisognosi di soccorso umanitario. I governi iperliberisti ed eurounionisti ci dicono che l'Unione europea ci obbliga ad assicurare un trattamento economicamente dignitoso ai rifugiati, altrimenti ci punisce multandoci salatamente. E mentre ci impongono il trattamento umanitario per lo straniero, equivalente a due o tre pensioni, gli altri stati eurounionisti manco si sognano di sborsare loro la cifra ritenuta umanitariamente decente per i rifugiati, che l’Italia deve accogliere solo perché è geograficamente più vicina all’Africa.
Da oltre un anno la nostra Marina, olim militare et nunc infermiera, va a prendersi i profughi fin sotto le coste libiche perché non affoghino nella traversata: è un modus operandi che agevola il ripugnante business, interno ed estero, dei mercanti di carne umana, i criminali che ce li abbandonano a migliaia in barconi fatti affondare di proposito sotto i nostri occhi. "Mare nostrum" ha scalzato le bande degli scafisti; non più essi, ma la Marina traghetta sul nostro suolo le orde degli sventurati che la mafia partitica accoglie come profughi tramite Coop, Acli e Caritas, naturali serbatoi di denaro per la politica tutta. Esse, unitamente alla Confindustria e alle varie lobby, attraverso la deflazione salariale stanno incassando profitti miliardari. Con i soldi pubblici degli Italiani continuano a finanziare l'operazione "immigrazione selvaggia", in un paese dove un cittadino su due è in pratica senza lavoro.
L’Unione europea fa finta di nulla. Noi Italiani abbiamo salvato 100.250 esseri umani e speso 9,5 milioni al giorno, cioè 114 milioni di euri in poco più di un anno. Renzi, per singolare coincidenza, ha tagliato il fondo per i non-autosufficienti di 100 milioni, privando i malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) del sostegno all’assistenza domiciliare.
Ora, finalmente l’Unione europea sembra voler intervenire con l’operazione «Triton»: ci metterà 3 milioni al giorno al posto dei nostri 9,5. Ai poveri eurounionisti è venuta l’ernia sia per questo “sforzo” finanziario, sia perché la Triton farà — assicurano — ricerca e soccorso nei limiti del diritto internazionale della navigazione, cioè entro le trenta miglia dalla costa italiana, ma alla larga da quella libica. Ma non illudiamoci di risparmiare per molto: al prossimo affondamento di barcone con centinaia di morti annegati, Boldrini e Bergoglio pretenderanno la ripresa di Mare Nostrum. Gli Italiani sono già informati che «un cartello si associazioni, tra le quali Arci Acli e Caritas, ha lanciato un appello al Governo perché non venga interrotta l’operazione». Sono lì, pronti a strillare e piangere sui nuovi salvati, da scaricare a Tor Sapienza, mica alla domus Santa Marta. Per i pensionati minimi a 450 euro, per i disabili su carrozzina e per tutti gli Italiani immiseriti e immiserandi non è ancora arrivato il turno per la pietà ufficiale.
Gli Italiani vorrebbero credere inviolabili le proprie frontiere, e che l’attraversarle senza documenti o senza passare attraverso i controlli doganali, costituisca un grave reato, e che le autorità frontaliere avessero il dovere di impedire. Ma la banda governativa sta agevolando fughe di massa verso l’Italia per fiaccare, con la presenza degli immigrati, eventuali “pretese” degli Italiani all’equo salario, all’adeguata pensione, al diritto alla casa, a cure decenti e, in breve, ai diritti sociali che la Costituzione ci riconosce, ma che i politici dentro e fuori il governo elargiscono prima agli stranieri.
Purtroppo, la gran parte degli Italiani malintendono la solidarietà; confondono la generosità con il masochismo; godono a immaginare se stessi buoni, solidali, accoglienti e rispettosi della vita altrui, ma sono soltanto ottusamente e ipocritamente “buonisti”; ubbidiscono ciechi agli istinti suicidi di una società che s’inabissa nel baratro della decadenza. Di fronte alle tragedie del mare i politici destro-sinistri mascherano l’ipocrisia e la malafede con un nauseabondo buonismo, che il sistema mediatico-disinformativo, addomesticato, diffonde a piene pagine. Il buonismo, sifilide dell’anima, uccide il vigore dei sentimenti, sterilizza le menti, allettandole con i buoni sentimenti.
La deformazione dei valori ha accecato il popolo italiano in misura tale da impedirgli di chiedersi che fine fanno i miliardi di euri dei vari programmi di cooperazione e sviluppo per – dicono i banditi eurounionisti - “aiutare” i poveri e i diseredati del mondo. I barconi dell’affare immigrazionista salpano da località e paesi ben conosciuti, come ben noti sono gli scafisti e i negrieri loro contraenti. Davanti allo spettacolo dei barconi che riversano il loro carico di orrori e miserie, sorge il sospetto che con quei miliardi gli “alti” commissari” ONU e FAO “aiutino” i poveri a spostarsi, a essere tratti e deportati sui mercati globali del lavoro, pagando loro il “biglietto” di viaggio dalle coste asiatiche e africane a quelle italiane. Quei barconi, carichi di sole donne (parecchie incinte) e di soli minorenni, puzzano lontano mille miglia marine di organizzazione e “biglietteria” eurounionista.
Gran parte degli Italiani sa da tempo, senza poterlo urlare pubblicamente, pena l’infondata accusa di razzismo, che l’immigrazione rende più della droga. Uno sbarco dopo l'altro, la "nuova droga", sotto forma di esseri umani da sfruttare, garantisce soldi a barconi. Il partito unico eurounionista ha concepito e attuato una miliardaria operazione di malaffare sulle spalle degli immigrati, trattati come un carico di droga; e con le tasche degli Italiani, costretti a finanziare il baratro sociale che li sta strangolando.
Dall'inchiesta romana trapela l'intreccio turpe tra delinquenza e politica e si comprende quanto il malaffare sia incistato dentro le cosche politiche di destra e di sinistra, complici indispensabili l'una all'altra. Purtroppo, sono molti gli sprovveduti dolci di sale che danno ancora senso alla suddivisione destra-sinistra. In questo Paese dove impazza la guerra fra poveri, i "ricchi" banchettano a caviale, condito con tanta solidarietà pelosa e spirito umanitario, quello che ingrassa i conti in banca, naturalmente.